
Fiorenzo Ferreri nasce a Foggia nel 1965. A partire dalla giovane età inizia ad appassionarsi al mondo dell’arte e nonostante la decisione di intraprendere una formazione più tecnica, coltiva da autodidatta la sua passione artistica. Negli anni successivi l’arte continua a costituire per lo più un hobby, lasciando sempre più spazio al lavoro nell’azienda tipografica-editoriale – che gestisce insieme ai fratelli –. Questa attività assorbe quasi completamente il suo tempo, tanto che la sua produzione artistica subisce, alle volte, lunghe battute d’arresto, una sorta di stasi sospensiva a cui susseguono periodi di grande ripresa creativa e sperimentazione.
L’arte, sia quella creata di propria mano sia quella vista attraverso le opere di altri, non abbandona mai la sua passione e questo porterà alla nascita nel 2003 di “Arte in Fabbrica”, uno spazio espositivo all’interno della azienda di famiglia. In questo luogo Ferreri prende sempre più consapevolezza – grazie anche alla conoscenza e ai relativi legami che si creano con altri artisti – che l’arte non può più essere relegata semplicemente alla sfera dello svago, dei ritagli di tempo libero ma diventa un’esigenza espressiva, una parte importante nella sua vita. Negl’ultimi anni coltiva sempre più con impegno e assiduità questa sua passione, tanto da decidere nel 2021 di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Foggia, al corso di Decorazione.
Ricerca artistica
L’arte contemporanea nelle sue svariate ramificazioni ha sempre affascinato e coinvolto in pieno Fiorenzo Ferreri. Le creazioni non si limitano solamente al supporto della tela, ma coinvolgono sperimentazioni nei campi dell’incisione, della ceramica della carta ecc., insieme all’utilizzo di vari materiali come carta e legno di recupero, con uno sguardo sempre rivolto all’aspetto ecologico legato al riutilizzo; “mi piace accostare materiali diversi e a volte cucirli, spinto dall’idea di creare relazioni e legami tra le cose e tra le cose e chi guarda: una sorta di ready made tra spiagge, cantieri, strada e studio”. La sua attività nell’azienda tipografica, lo avvicina anche alla fotografia, al design e alla grafica, trovando un punto di incontro tra il Fiorenzo imprenditore e il Fiorenzo artista.
La leggerezza del tratto e della composizione, la discrezionalità della forma e dei contenuti trattati – come argutamente portato in luce dal critico Guido Pensato che ha curato un piccolo catalogo di alcune opere dell’artista dal titolo “operine” – costituiscono il tratto distintivo di quasi tutta la sua produzione artistica, così come quel senso lieve e quella delicatezza a tratti poetica, che lo portano ad accostarsi con una leggerezza che non è mai superficialità anche a tematiche sociali importanti.
Quest’ultimo aspetto si evince in opere come “Il pescatore del nulla”, dove su di una terra ormai arida, bruciata e invivibile, vediamo simboleggiato da una canna da pesca l’uomo che andrà alla ricerca di altri pianeti su cui sperare di continuare a vivere. Anche alcune tematiche proprie della vita moderna, sono raccontate attraverso questo timbro della leggerezza, come nell’opera “La scala dei sogni”, dove la fatica del quotidiano, gli sforzi per raggiungere uno scopo, spesso portano a sacrificare e trascurare gli affetti.
Guardando queste opere, l’inquietudine è velata da un’atmosfera sognante, da una composizione formale dai tratti semplici e immediati e da colori che, a parte alcune eccezioni, sono brillanti e accesi; tutto questo se da un lato lascia nello spettatore un senso di consapevolezza per le tematiche trattate, dall’altro rende evidente come nell’estetica di Ferreri le riflessioni sulle problematiche del mondo non diventano mai un’ aperta e cruda critica sociale.
Altre opere, invece, hanno il gusto squisito della poetica della dolcezza, come “L’aquilone” dove torna il tema dell’infanzia, della libertà della fanciullezza a cui si unisce una nostalgia tutta personale per quel Fiorenzo bambino che non ha mai posseduto un aquilone.
Le ultime opere a cui sta lavorando da circa due anni - fanno parte del progetto “Non è solo caffè” e l’idea che spinge Ferreri a realizzare queste opere, viene da un’ispirazione e ammirazione per il lavoro che Sebastião Salgado che ha svolto in collaborazione con illy, nota azienda italiana del caffè “Viaggio nel mondo del caffè”. Per oltre dieci anni fotografa la coltivazione, la raccolta, l’essicamento, la selezione e il trasporto dei chicchi di caffè, in 10 paesi coltivatori da cui l'azienda non solo acquista il prezioso frutto, ma è partecipe al miglioramento della qualità del prodotto e non solo.
Ferreri nonostante veda in Salgado il motivo che lo spinge a continuare la sperimentazione con il caffè, ne vede anche la passione nel suo lavoro e cerca di reinterpretare quelle immagini di persone e paesaggi in maniera del tutto personale. Queste opere, rendono evidente la capacità dell’artista di saper reinventare tutto ciò, portandolo nella cifra estetica del suo stile.
Come in tutti i lavori di Ferreri, anche in questo caso, le tematiche spinose quando vengono trattate, non sono rappresentate attraverso la cupezza dei toni o la pesantezza compositiva, non diventano mai urla di angoscia ma voci che sussurrano qualcosa, una meditazione sottaciuta ma non per questo meno importante. L’arte infondo è lo strumento che ci permette di creare emozioni, amplificare le riflessioni e a volte serve ad aprire le coscienze per creare consapevolezze, anche nel mondo in cui viviamo.
Emanuela Bruno